mercoledì 11 dicembre 2013

Testamento

Pace e prosperità a tutti.

Quest'oggi vorrei parlarvi di X-men: Magneto Testamento

Storia Greg pak

 Disegni Carmine Di Giandomenico

Cominciamo subito con il dire che con difficoltà troverete un albo supereroistico con una tale precisione nei dettagli di un epoca storica precisa e in questo caso della seconda guerra mondiale, prima, durante e dopo.
Il fumetto narra la storia di Magneto (sapete tutti chi sia credo) nel momento peggiore della sua vita, della sua e di altri milioni di persone. Ciò che colpisce davvero è proprio questo, il fatto che lui è uno dei milioni di personaggi, una delle milioni di storie di orrore che accompagnano l'Olocausto. Di solito l'eroe è un gradino sopra gli altri, non soltanto perché appunto un eroe ma perché il suo ego deve per forza manifestarsi in modo spropositato rispetto alla gente comune (pensate già al semplice costume, credo che per andare in giro a combattere o a favorire il crimine vestiti con il proprio animale totem sia già da persone con un ego particolare non credete?), in questo caso non è così, il giovane Magneto è un numero, un numero tatuato come altri tantissimi numeri e nulla più, non ci si è concentrati solo sul personaggio ma sul periodo e da appassionato di storia (soprattutto di questo periodo) posso dire che è davvero realistico e soprattutto storicamente esatto.
La cosa che mi ha convinto a scriverne? Non ci sono superpoteri! Se vi aspettate che Magneto fermi le pallottole di una fucilazione resterete piacevolmente/tristemente dispiaciuti, Magneto è ciò che più odia, è un umano.

Il prezzo è abbordabilissimo e la qualità del fumetto impeccabile come sempre.

Asmodeus Zed








venerdì 15 novembre 2013

Opus

Pace e prosperità a tutti.

Quest'oggi vorrei parlarvi di Opus di Satoshi Kon che purtroppo si è spento nel 2010, per chi non lo sapesse è il regista di “Perfect Blue”, “Millennium Actress”, “Tokyo Godfathers”, “Paprika” e “Paranoia Agent”.

Storia e Disegni Satoshi Kon

Non indugiamo oltre e vediamo di cosa si tratta. L'autore ha voluto cimentarsi con il meta-fumetto, cos'è il meta-fumetto come il meta-teatro e così via? Per chi non lo sapesse è il fumetto nel fumetto, il teatro nel teatro. Satoshi Kon crea tutto una serie di scatole cinesi di realtà che s'intrecciano creando realtà nella realtà nella realtà in un sistema di universi sempre superiori fino a che non si perde la cognizione di quale sia la realtà quale e il fumetto.

La storia comincia con un disegnatore che decide di consegnare le ultime tavole del suo manga in cui l'eroe muore combattendo “La maschera”, l'autore è preso dalle scadenze e lavora tutta la notte... fino a qui sembri che lo stereotipo dell'autore sia ben tenuto poi accade... accade che il personaggio principale rubi l'ultima tavola, quella in cui muore, proprio perché non vuol morire! L'autore entra nel manga e da li la storia diventa un intreccio infinito di personaggi reali e non che si combattono, si amano si odiano cercano una via d'uscita da un mondo creato per loro da qualcun altro dove il libero arbitrio non ha alcun significato... tutti loro hanno un punto in comune che li rende tutti simili, reali e non; hanno tutti qualcuno più in alto di loro che li comanda e che gli rende la vita o impossibile o possibile. E la scelta di rendergliela facile o difficile non dipende dal proprio volere ma dal volere di qualcun altro sempre più in alto. L'autore deve far morire il personaggio principale perché l'editore glielo chiede e così via... sempre qualcuno più grande di te che ti comanda e ti costringe a prendere delle scelte che non vuoi prendere ma che puoi fare? Lui è il tuo Dio, disegnatore o chiamatelo come volete.

L'autore del manga si ritrova nel suo fumetto, sa tutto del suo fumetto e nonostante tutto ne è vittima, i personaggi del suo fumetto entrano poi nel mondo reale, hanno dei super-poteri ma sono anche loro vittime di questo mondo più di chi ci vive da sempre... sembra che non ci sia uscita, invece una c'è ma non posso svelarvela...

Il fumetto per me è una scusa per parlare della condizione umana e del suo essere schiava di forze superiori nascoste e tutti gli sforzi sono vani in quanto gli esseri umani non sono altro che un'opera, opus appunto, un opera di qualcun altro... e se lo dice un autore che di opere ne ha crete tante forse ha una certa validità l'idea che porta avanti in questi due volumi.

Di sicuro non è stato Satoshi Kon ad utilizzare per primo questo “trucco” della storia nella storia ma nessuno credo che pretenda ciò, quello che però possiamo pretendere è il modo di utilizzare tale metodo narrativo e Satoshi lo fa in modo “visivamente” d'impatto! Un esempio: in un momento d'ira colpisce il foglio e nella “realtà” del fumetto si apre un buco nel cielo, oppure mentre sono in fuga finiscono in un campo lunghissimo disegnato in modo approssimativo e per i personaggi del manga i palazzi sono piccolissimi e tenuti in piedi come delle sagome di cartone.

Nel manga leggerete di frasi del tipo: “Ho fatto bene a riempire lo sfondo di oggetti!” nel momento in cui l'autore, finito nel manga, prende un motorino per un inseguimento.

E poi diciamocela tutta... chi non ha mai sognato di entrarci in un fumetto e di sapere già quello che accadrà?

Altro punto a favore è il fatto che siano due numeri soltanto in una bella edizione con sovra-copertina con un prezzo accessibile per un opera del genere.

Asmodeus Zed

 

mercoledì 13 novembre 2013


I Druidi

Pace e prosperità a tutti, quest'oggi vorrei parlarvi di “I Druidi”.

Storia Jean-Luc ISTIN & Thierry JIGOUREL

Disegni e colore Jacques LAMONTAGNE

Britannia quinto secolo d.C.

Il mondo sta cambiando, anzi è già cambiato... il Cristianesimo, la nuova religione si oppone alle vecchie tradizioni che vanno dolorosamente scomparendo... una guerra senza quartiere tra il nuovo e il vecchio, tra i druidi e i preti, i primi stanno scomparendo i secondi stanno vincendo.

In questo scenario un gruppo di assassini a cavallo lascia una scia di cadaveri a cui è stata mozzata la testa e impalati con un bastone pieno di simboli runici, forse per far ricadere la colpa sui cristiani, forse per fomentare ancor di più l'odio tra le due comunità... forse.

Solo due persone sembrano aver mantenuto i nervi saldi e cercano di utilizzare la logica in una siffatta situazione e guarda caso sono un druido e un prete, vecchi amici, la dimostrazione vivente che può esserci tolleranza tra le due religioni. I due cercheranno di risolvere la serie di misteriosi omicidi muovendosi tra intrighi di palazzo, intrighi di chiesa, antiche vestigia di epoche ormai passate che stanno lentamente scomparendo e che sembrano accettare la cosa come il più naturale degli avvenimenti, tra personaggi che invece utilizzano i poteri antichi che hanno per sopravvivere anche se nel sangue, tra combattimenti con la spada e inseguimenti a cavallo... per tirare le somme del tutto: se vi è piaciuto il “Nome della Rosa” allora vi piacerà anche “I Druidi”.

Ciò che rende il fumetto degno di nota è la presenza di Thierry Jigourel, con questo non voglio dire che la storia e i disegni lascino a desiderare basta sfogliarlo per rendersene conto ma intendo altro.

Per capirlo basta leggere nella quarta di copertina la presentazione del personaggio, la riscrivo fedelmente:

Thierry Jigourel è un giornalista e scrittore ed esperto di Bretagna e tradizioni celtiche. Autore di saggi e articoli su ogni aspetto della cultura celtica, dalla musica alla religione, si accosta al monedo dei fumetti grazie all'incontro con Istin, con cui firma la sceneggiatura dei I Druidi.

É questo quello che intendo, si sente forte la presenza di qualcuno che ha una profonda conoscenza di quello che si racconta e anche se romanzato è fatto con grande cura e conoscenza degli usi e costumi dell'epoca e della zona e questo lo rende molto valido.

Asmodeus Zed


mercoledì 6 novembre 2013


The Secret Service

Pace e prosperità a tutti.

Storia Mark Millar

Disegni Dave Gibbons

Quest'oggi vi vorrei parlare di The Secret Service.

L'idea della storia nasce da una discussione avuta tra Millar e Vaugh (il regista di kickass) durante la lavorazione del film appunto, in cui parlando di James Bond e del fatto che nei film non si mostrasse il periodo di addestramento della spia più famosa del mondo nacque l'idea di un giovane agente e del suo periodo di addestramento.

La storia quindi parla di agenti segreti, ovviamente ambientata in Inghilterra, e più precisamente della periodo di apprendimento degli agenti, soprattutto quello legato ad imparare a relazionarsi con l'altro sesso...

Fino a qui sembra la solita noiosa e ripetitiva spy-story... invece è davvero bello! (perdonate l'aggettivo infantile e abusato ma non mi viene in mente altro per definirlo meglio) E ve lo dimostro (dopo che avrete letto domandatavi se vi aspettavate una cosa del genere con le informazioni che avete letto sopra): la storia parla di come la Cina stia facendo partire un attacco chiamato star-killer basandosi su un'idea della CIA degli anni sessanta in cui si cerca di abbassare il morale di un paese uccidendo personaggi dello spettacolo.

Il fumetto di apre con il rapimento di Mark Hamill (per chi non lo sapesse è l'attore che ha impersonato Luke Skywalker) per poi spiegare che sono stati rapiti sei tra troupe e attori di Star Wars, quattro di Doctor Who, otto di Battle Star Galactica e cinque di Star Trek.

Questo fumetto incarna la mia idea radicata che non è importante l'ambientazione o il concetto di un opera ma chi la scrive e disegna, hanno reso un genere di cui sinceramente siamo pieni in modo davvero geniale.

Altri punti a suo favore sono la brevità, il costo, la casa editrice e il fatto che è pieno di citazioni e di cose a cui “stare attenti” mentre lo si sfoglia, in poche parole anche non parla di problemi sociali o del buco dell'ozono è di grande spessore, peccato che non ce siano mai abbastanza di fumetti così.

Asmodeus Zed








martedì 5 novembre 2013


Green Blood

Pace e prosperità a tutti.

9 Aprile 1865, il generale Lee è stato sconfitto e la guerra di secessione si conclude. Dopo 5 giorni il presidente Abraham Lincoln è stato assassinato e il paese andò incontro al capitalismo senza che il divario tra Nord e Sud fosse colmato.

Dall'Europa arrivavano nel porto di Manhattan navi e navi cariche di immigrati che sfuggivano alla povertà del loro paese per ritrovarsi in un'esistenza non solo di povertà ma anche di discriminazione. Di conseguenza nacquero comunità di immigrati che diedero vita alle gangs... tre strade... un crocevia creato da queste strade diede vita al sesto distretto, i famigerati “Five Points, il peggior ghetto del mondo.

Per chi crede che sia la recensione del film “Gangs of New York” sbaglia, per chi invece pensa già che sia un fumetto copia del film si sbaglia lo stesso. Per chiunque voglia ambientare una storia in quell'epoca in quel luogo dovrà, quasi per forza, avere a che fare con le Gang e con gli Irlandesi (per questo green blood).

Per tirare le somme; se vi affascina l'epoca e il luogo e l'ambientazione e vorreste un fumetto che parla di questo non credo che ne troverete molti altri.

Storia e disegni Masasumi Kakizaki

Per chi avesse notato che è lo stesso disegnatore anche di Hideout e Raimbow non si sbaglia (Masasaumi Kakizaki sarà diventato miliardario a quest'ora), e sta diventando sempre di più una sicurezza.

Ma andiamo con ordine... la storia parla di una coppia di fratelli, irlandesi appunto, che cercano di sbarcare il lunario, facendo qualunque cosa trovino... almeno di giorno, di notte le cose cambiano... il fratello minore dorme, il maggiore uccide su commissione per una delle gang. Il minore non sa di questo “piccolo” particolare e il maggiore fa di tutto per tenerglielo nascosto... il minore crede che la mattina il maggiore si svegli tardi perché pigro, il maggiore glielo lascia credere... maggiore, minore, giorno e notte, situazioni tranquille e situazioni violente, si passa dall'una all'altra e in questo l'autore mi sembra davvero capace.

Altro punto a favore della serie è la brevità, sono soltanto 5 numeri.

Ho trovato un aspetto, non negativo, ma che mi ha fatto pensare... un autore giapponese per una storia tipicamente occidentale, in un mondo occidentale non è che stona ma si nota, provare per credere.

Asmodeus Zed


giovedì 31 ottobre 2013


Rainbow


Pace e prosperità a tutti.

1955. Il Giappone è ancora in ginocchio dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Sette adolescenti rinchiusi in riformatorio sono vittime di violenze e umiliazioni. Sono valori come l'amicizia, la solidarietà, il coraggio potranno salvarli...”

Storia George Abe

Disegni Masasumi Kakizaki

Quest'oggi vi vorrei parlare di Rainbow, come potete aver capito parla di come il Giappone visse il primissimo dopoguerra e di come sopratutto i più deboli (donne, vecchi e bambini) sono stati coloro che lo subirono di più, come sempre chi meno ha responsabilità e potere decisionale è sempre chi subisce di più le responsabilità e il potere decisionale di altri e la storia di questo manga ne è un esempio.

Avendo studiato a lungo la storia e avendo approfondito quella del Giappone posso dire che non ci sono esagerazioni e la storia è assolutamente plausibile con i sistemi e modi dell'epoca.

L'autore, infatti, ha proprio vissuto il periodo. Si sente quando un'opera è scritta per “sentito dire” e quando per “sentito provare” e questa appartiene al secondo gruppo.

Si legge in una nota infatti:

Io, che sono nato nel 1937, ho passato la mia infanzia in un Giappone sconfitto in guerra dall'America e che si trovava in una situazione economica simile all'odierno Afghanistan. So bene che senza la libertà e l'amore gli esseri umani vivono come schiavi, come animali domestici.

Anche avendo in mano il denaro e il potere la gente vivrà sempre una vita triste e vuota.

Tuttavia, per ottenere quella libertà e quell'amore, ciò che è importante possedere è un grande senso dei valori e del coraggio.

Grazie al maestro Kakizaki, sono riuscito a cominciare quest'opera, che ho nella mia testa dall'anno trenta del periodo Showa (1995). Rainbow, i sette della cella sei del blocco due, una storia di amore e coraggio.
George Abe

In questo manga anche se sembra che non ci sia via d'uscita, che non ci sia speranza per nessuno ad un certo punto per i sei si apre una piccola porticina; il settimo personaggio, chiamato da tutti “Fratellone”.

Fratellone farà da guida nell'inferno del riformatorio in cui si trovano.

Per quanto riguarda i disegni, l'artista è lo stesso di Hideout e quindi...

Per tirare le somme:

se vi affascina il manga storico e crudo non potere non leggerlo, se vi danno fastidio violenze ed umiliazioni e il vostro genere è più “rose e fiori” quando ve lo trovate di fronte non lo aprite nemmeno.

Io personalmente sono rimasto molto colpito dal tutto e la sensazione che predominava nella lettura e dopo di essa è la rabbia, non la rabbia per quello che capita ai sette ma perché ho trasposto ciò che leggevo nella realtà che mi circonda e la rabbia è quella di vedere come in una situazione in cui le cose sono sicuramente migliori di quella del fumetto non riusciamo a far nascere e crescere quel coraggio e libertà di cui parla Abe e di come invece il potere e il denaro diventino sempre più forti.

Per me il fumetto è stato un modo (tra i tanti) per pensare... la storia dell'umanità, sotto certi punti di vista, è ciclica... io direi di cercare di evitare di rifare il turno che Abe ha vissuto non credete?

Nella lettera Abe ci ricorda infatti che una tale situazione la sta vivendo un paese oggi e non cinquanta anni fa... siamo sicuri che non possa capitarci nulla di quello che leggiamo nel fumetto? E che non ci capita già?

Altro pensiero va a quelli che dicono che i fumetti sono inutili... mah.


Asmodeus Zed






martedì 29 ottobre 2013


Hideout

Pace e prosperità a tutti.

Oggi vorrei parlarvi di Hideout un manga dai toni davvero asfissianti.

Innanzitutto cominciamo subito con il dire che è un volume unico ad un prezzo accettabile con sovra-copertina davvero bello e già questo è un punto a suo favore in quanto nella spesa di un prodotto non si acquista solo l'opera intellettuale ma anche la il supporto materiale che ha un'importanza almeno equivalente.

Ma non indugiamo oltre...

Il termine esatto per definire questo volume è un piccolo capolavoro, o meglio dovrei dire un capolavoro piccolo. Nel suo volume unico si comincia in un modo, la storia prende una piega inaspettata ad un certo punto grazie alla coppia di sposi che apre la storia, poi la stessa cambia in un altro modo assolutamente diverso da come era cominciato, poi flash-back che spiega il secondo colpo di scena (anche lui assolutamente diverso dal resto) per finire poi in un tutt'altro modo.

Queste sono le sensazioni che ho provato leggendolo, e tutto questo in un (non vorrei essere ripetitivo ma lo faccio lo stesso) unico volume, il dono della sintesi senza tralasciare nulla.

Hideout in un volume racconta l'orrore, l'asfissia, la claustrofobia e la cosa più bella di tutte è che tutte queste sensazioni sono più forti non nel momento di tensione vero, non nel momento in cui i “mostri” si palesano ma nel momento in cui racconta la vita di coppia dei due! L'indovinello è capire chi è il mostro tra i personaggi.

Credo che una parte della storia (spero non tutto, poi capirete leggendolo) sia stato vissuto dall'autore che alla fine di tutti in un post scriptum dice: “con quest'opera credo di aver estratto tutto il veleno che avevo in corpo...” e ne doveva avere davvero molto.

Ora un po' di storia senza rivelare nulla di importante...

il tutto inizia con un viaggio, un viaggio riparatore... per risollevare le sorti di una coppia di coniugi, lui uno scrittore, lei... ricca di famiglia. L'ossessione che pervade i tutto, il leit motiv di tutta l'opera è la necessità ossessiva di una redenzione, di ricominciare dove forse è impossibile non perché lo impedisca il tempo o la fisica ma solo la società con le sue regole non scritte, regole che hanno un unica definizione; castranti.

Non dimentichiamo poi i disegni e le scelte di stile che si accompagnano perfettamente alla crudezza della storia, nel complesso (anche se è un termine bambinesco) davvero belli.

Io sono... Seiichi Kirishima...

Tu sei... la mia... famiglia...

Asmodeus Zed

venerdì 25 ottobre 2013

Psycometer

Pace e prosperità a tutti, quest'oggi vorrei parlarvi di Psycometrer.
Iniziamo subito con il dire che appena preso il manga e rigirandolo tra le mani come un bambino mi ha dato una impressione completamente diversa da quello che all'interno vi ho trovato e sfido chiunque a provare il contrario.
Il manga è un thriller giallo serial-killer story che fino a qui può sembrare un tema visto e rivisto e rivisto e rivisto e rivisto... in più il personaggio principale è uno psicometrista da cui il titolo appunto (psicometria: capacità di leggere i pensieri rimasti impressi negli oggetti o nei luoghi).
Questo ragazzo quindi toccando le persone e i cadaveri riesce a vederne gli ultimi pensieri e poi sta
a lui e alla sua collega (della polizia) cercare di comprenderne il significato.
Quello che mi ha sempre colpito dei manga di questo genere è la necessità di inserire in un giallo (passatemi il termine) un potere o più poteri sovrannaturali (vedi Detective Conan) e ho sempre pensato che fosse la cosa più stupida da fare e spiego il perché; in una detective story (ripassatemi il termine) l'obiettivo è cercare di ricostruire un accadimento per trovare un colpevole partendo dalle tracce e dall'osservazione di queste ultime. In una situazione simile la conoscenza della “fisica” e delle possibilità reali di oggetti e avvenimenti è fondamentale, se si aggiunge anche un solo momento sovrannaturale questa regola decade, faccio un esempio.

Se in una stanza chiusa a chiave dall'interno è stato commesso un delitto, nella realtà spetta a chi segue le indagini seguire una pista logica dell'avvenimento anche se sembra impossibile e allora la cosa diventa intrigante proprio perché deve essere “fattibile” l'omicidio e il detective di turno ha le armi per arrivare alla soluzione.
Nel momento in cui però esiste un mondo dove è possibile passare attraverso i muri, fermare il tempo o altro di sovrannaturale, il ragionamento logico viene meno e per me tutto il resto.

Tutto questo ragionamento però viene a cadere in questo manga, nel suo piccolo è fatto davvero bene e il potere della psicometria è giocato ancora meglio soprattutto perché lascia spazio all'indagine e alla storia, spezza bene la tensione tramite battute davvero simpatiche e inaspettate, il modus operandi del killer è davvero intrigante (se può essere intrigante una serie di omicidi).

Per quanto riguarda il disegno poi è davvero simpatico il suo modo di giocare con il tratto e le immagini e quando volti pagina l'ultima cosa che ti aspetti è quello che vedrai disegnato.

Nel complesso niente male.


Asmodeus Zed


   

lunedì 7 ottobre 2013

Pace e prosperità a tutti.

Noè

Sta per arrivare la catastrofe che distruggerà la terra mondandola dai peccati che gli uomini hanno perpetrato nel tempo.
Noè (si il Noè dell'arca) comincia ad avere delle visioni che gli fanno comprendere il disegno e la volontà del Signore, costruire l'arca... fino a qui tutto sembra coincidere ma poi comincia la parte interessante... Noè comincia a costruire l'arca con l'aiuto dei giganti con quattro o sei braccia, questi non sono altro che angeli che decisero di scendere sulla terra per insegnare all'uomo le arti e i mestieri e che nella discesa persero le ali per l'attrito con l'atmosfera.

Lotte e sangue, amori e rancori, tradimenti e nuove alleanze, la famiglia di Noè contrapposta ai barbari, tutto avviene in un mondo distrutto e arido in un epoca in cui solo ruderi sono rimasti dei tempi antichi dove, ciò che importa è soltanto la sopravvivenza del più forte o del più violento e dove la speranza e la carità del Creatore sembrano essere sparite completamente. In uno scenario del genere solo una speranza è rimasta alla razza umana... il legname.


“Darren Aronofsky, pluripremiato regista di The Wrestler e Il Cigno nero, rinarra l'epica sconvolgente del diluvio universale e le traversie del patriarca Noè e della sua famiglia, un capolavoro che presto diventerà un film con Russel Crow, Jennifer Connelly, Emma Watson e Anthony Hopkins.”







sabato 28 settembre 2013

Pace e Prosperità a tutti.

Oggi vi vorrei parlare di Servitude.

Un vero capolavoro, l'ho letto dall'inizio alla fine senza fermarmi un attimo, guardavo le appendici, tenevo sempre d'occhio la mappa per capire dove era ambientata la storia in un determinato momento, seguivo la storia intricata con colpi di scena che... oh mio dio! non ci si aspetta già dall'inizio (come di solito capita), i personaggi tutti con uno spessore, cercavo di capire come una delle società più particolari che abbia mai letto fosse strutturata consultando il paragrafo apposito, rimanevo a bocca aperta per i disegni, mi rileggevo il "Canto d'Afènor" scritto in versi all'inizio, il testamento del re e tanto, tanto altro.

Servitude è un fumetto ambientato in un epoca non meglio definibile se non come un medioevo molto particolare dove tre regni si dividono il territorio, finalmente Garantiel d'Anoroer è riuscito ad unire i figli della terra nel più grande regno di sempre, ma qualcosa sta cambiando e, incredibile, non è il solito banale escamotage.
Una saga fantasy dove c'è veramente tutto ma non un tutto vecchio e stantio e visto e rivisto ma un tutto miscelato in modo da non stancare mai, colpire quando deve colpire, spiegare quando deve spiegare, commuovere al momento giusto e così via.

Il volume poi è pieno documenti; esplicativi (perché il mondo creato è davvero vasto e la storia davvero intricata) e altri documenti che esistono nel mondo creato dagli autori come poesie, testamenti e quant'altro.
tutto questo contribuisce a dare un tocco di credibilità al mondo, ai personaggi e alle loro storie.

In poche parole, gli autori si sono davvero impegnati nella creazione di una base forte su cui far muovere la storia e non hanno lesinato in particolari e nel "caricare" di spessore il tutto.
Provare per credere.

                                                                                                                                      Asmodeus Zed


giovedì 26 settembre 2013

Pace e prosperità a tutti

The Massive part 1
Fumetto in due atti che parla di un futuro (credo prossimo) in cui il mondo dopo quello che definiscono il Crollo sarà completamente diverso da come era prima, dopo averlo letto quello che mi rimane è:

innanzitutto non c'è innovazione, idea trita e ritrita su scenari post-apocalittici, poi subito dopo ho provato a rileggere il fumetto cercando una spiegazione su cosa fosse accaduto e come fosse accaduto ma avevo capito bene... qualche misero trafiletto, cioè... ho capito che sono solo due numeri e che ci si deve mantenere in una certa brevità di pagine ma...

non ci sono spiegazioni approfondite ne sulle cause ne sulle conseguenze di tale Crollo se non pagine intere piene di vignette enormi di interni di navi e qualche città vista dall'alto.
E il popolo? Come si vive in un mondo del genere? E l'eventuale violenza che si scatenerebbe in una situazione del genere? E la distruzione? E la sofferenza? E la tristezza? E qualunque altra cosa che mi faccia “assaporare” il disastro? I personaggi? E le loro storie? Non li ho trovati.

Questa è solo la prima “puntata” del fumetto sperando che ci sia qualcosa nel prossimo numero che salvi anche il primo vi farò sapere.


                                                                                                                                    Asmodeus Zed


martedì 24 settembre 2013

Pace e prosperità a tutti.

Nobiltà contadina.

Oggi vi vorrei parlare di questo manga molto ma molto particolare.
Cominciamo con il dire che l'autrice è quella di Full Metal Alchemist ma non ha nulla a che fare con il precedente lavoro.
Nobiltà contadina parla di vita di campagna... avete capito bene di vita di campagna, non nel senso che è un manga ambientato in campagna, non ci sono combattimenti campagnoli con zucchine energetiche o affini ma parla della vita di campagna, dalla mungitura alla lavorazione delle patate.

Il personaggio principale, non nel senso classico del termine, è proprio l'autrice che si è auto disegnata sotto forma di una mucca antropomorfa che racconta con un'intelligente ironia la vita nei campi con tutti i suoi paradossi e sprechi, sprechi dovuti alla produzione e al profitto che oramai è in ogni angolino della nostra vita e i contadini non ne sono liberi.
Il bello del fumetto è che anche se l'argomento può non sembrare uno di quelli semplici da seguire o alquanto noioso il suo modo di affrontarlo è davvero “nuovo” se posso dire nuovo di un fumetto che parli di agraria. Non ci sono moralismi inutili o una rivalutazione della vita nei campi. L'obiettivo, credo che sia quello di far comprendere e di raccontare ai lettori uno scorcio di vita che l'autrice non ha voluto dimenticare... si avete capito bene. Prima di diventare una mangaka l'autrice veniva dalla campagna e lavorava con tutto ciò che in una fattoria è all'ordine del giorno!
Racconta il passaggio che lei ha fatto dalle mammelle delle mucche ai pennini da disegno e non valorizza nessuna delle due più dell'altra mi ha colpito da subito questa cosa, parla di qualcosa che ha vissuto davvero... bello.

Asmodeus Zed



lunedì 23 settembre 2013

Pace e prosperità a tutti.

Dan L'indistruttibile, perché ho scelto questo?
Perché dopo un numero infinito di fumetti su personaggi che fanno a gara a chi essere più figo o dopo aver stordito il nemico di turno uscirsene con frasi che nemmeno Chuck Norris nei suoi film anni '80 aveva il coraggio di dire, ogni tanto capita qualche personaggio come Dan appunto che non ti fa vergognare di ciò che sei e delle tue debolezze.
A tutti capita di non aver voglia di agire, di non aver responsabilità ma di stare solo stravaccato sull'erba ad ascoltare musica con un vecchio lettore che si scassa continuamente, a Dan capita e quando accade a me di leggere di personaggi del genere (reali o fittizi) mi vien sempre da pensare che forse hanno compreso qualcosa, che noi invece sempre a correre dietro a cose inutili non abbiamo ancora capito.
Posso capire che Dan è un poco troppo strafottente, guardate come reagisce quando viene a sapere che la figlia è stata violentata (lo so è uno spoiler ma vi avevo avvertito che non è un classico blog sui fumetti).
Mi si potrà obiettare che: " si per lui è facile fregarsene di tutto visto che è indistruttibile, cade dal 165768772867589 piano e non si fa nulla!
Io rispondo che l'aggettivo indistruttibile per me è riferito al suo morale e non al fisico, che sia una metafora per dire che non farsi abbattere è il modo per non morire mai?
Per riassumere; ogni tanto si trova qualche personaggio... diverso, con la sua dose di violenza gratuita e non ma diverso.
Provare per credere.

                                                                                                                                         Asmodeus Zed



giovedì 19 settembre 2013

Salve a tutti!


Pace e prosperità

Il mio nome è Asmodeus Zed e vorrei cominciare a parlavi di fumetti, so già che ci sono tantissimi blog che parlano dell'argomento e la domanda del perché uno dovrebbe leggere anche questo credo sinceramente che sia validissima. Ma allo stesso modo valida anche la risposta, perché io SONO un fumetto e ne sono consapevole.
Se ciò non vi basta l'augurio di pace e prosperità è valido lo stesso anche per voi.

L'idea, o meglio l'esigenza di parlarvi di fumetti è fortissima e reale e ha come obiettivo di far pubblicità di ciò che ogni giorno vedo e vivo. Diversamente da voi che siete "reali" devo continuamente avere conferma e dare conferma della mia esistenza e di quella del mio mondo e questo è uno dei modi che ho escogitato.

Non mi piace dilungarmi sulle presentazioni, preferisco agire e infatti cominciamo.




                                                                                                                                     Asmodeus Zed